Giovedì 15 ottobre 2015 – 622a Manifestazione.
Questa sera, dopo tanto tempo, siamo tornati a parlare di Automobilismo e Formula1, sport che assieme al motociclismo riesce, come pochi, ad incendiare gli animi e a farci sognare. L’abbiamo fatto, nella cornice ormai consueta del Circolo della Scranna, con ospiti che non ci hanno fatto certo annoiare:
Casadio e Minardi
Giancarlo Minardi, un personaggio che fa parte della storia della Formula 1 e che non bisogno di presentazioni. Si tratta di un gradito ritorno poiché è già stato ospite del nostro Club di Forlì nel 1985, nel 1993 e nel 1995. Faentino di nascita, imprenditore, dopo alcune esperienze come pilota, nel 1972 fonda la Scuderia del Passatore, poi Everest, finché nel 1980 nasce il Minardi Team. Un’avventura durata oltre vent’anni, che si conclude nel 2005 quando Minardi cede definitivamente la scuderia (che diventa “Toro Rosso” ed oggi è la più grande azienda di Faenza) ed esce dalla Formula 1, anche se continua tutt’ora a gravitare nell’ambiente come consulente ed opinionista. Grande scopritore di talenti, il primo fu Pierluigi Martini, poi Jarno Trulli, Giancarlo Fisichella, Mark Webber e soprattutto Fernando Alonso che debutto in F1 nel 2001 proprio grazie a Minardi.
Fabrizio Borra, un’autorità riconosciuta nel campo della fisioterapia, un vero pioniere di questo settore (è stato il primo a fare la rieducazione in acqua, applicata anche con Marco Pantani). L’abbiamo già avuto ospite nel giugno 2013 in una serata che ricordiamo tra le più vivaci ed interessanti. Arrivato a Forlì nel 1990 per seguire il basket (allora a Forlì giocava Bob McAdoo), non se ne è più andato. Da 15 anni è il fisioterapista di Fernando Alonso.
Casadio (in piedi) tra Borra e Sospiri
Vincenzo Sospiri, noto pilota forlivese. Dopo aver vinto numerosi titoli italiani, europei e mondiali in Go-kart, nel 1991 fa il salto in Formula 3000, col team di Eddy Jordan, nel 1996 è tester per Benetton Renault, l’anno successivo debutta in Formula 1. Nel 1998 e nel 1999 è campione mondiale sport-prototipi. Nel 2001 si ritira e crea una scuderia che oggi conta 27 persone e dalla quale sono passati piloti come Kubica, Petrov ed altri poi arrivati in F1.
Per condurre la serata, è ritornato al Panathlon Boris Casadio, grande esperto del mondo dei motori, speaker ufficiale degli autodromi di Misano ed Imola e voce dei principali eventi motoristici (nazionali ed internazionali) che si svolgono in Italia, oltre che giornalista. Casadio con le sue domande è riuscito a farci raccontare da Minardi e Borra episodi ed indiscrezioni “off record” sulla Formula 1, quello che sui giornali e nelle trasmissioni ufficiali non potremmo mai sentire. In particolare ci hanno raccontato quello che pensano della Formula 1 di oggi: Minardi non apprezza gli attuali regolamenti della F1: soprattutto “l’invenzione” della Power unit (che ha permesso alla Mercedes di avere un dominio incontrastato e probabilmente destinato a durare). Non crede che oggi la FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) abbia le persone giuste per gestire la F1 moderna. Questa opinione è stata confermata anche da Borra che, con la schiettezza che lo caratterizza, ci ha detto quanto sia noiosa la F1 di oggi : quest’anno nel recente GP del Giappone nelle tribune c’erano la metà delle persone degli anni precedenti. È diventata la “F1 degli ingegneri”, ce ne sono a decine nei box, intenti solo a guardare i computer, con i piloti impegnati a controllare il consumo delle gomme e del carburante, a parlare con i box ed a modificare le tante regolazioni nel cruscotto. Le gare di F1 sono diventate così noiose che gli stessi addetti ai lavori – ci ha raccontato Borra – si divertono molto di più a guardare le gare “di contorno” come la GP2 e la GP3, dove ancora si sente il vero rumore dei motori (mentre le Formula 1 attuali non hanno più il “rombo” di una volta, a causa di tutti i marchingegni elettronici di cui sono state riempite). Anche tra i piloti non ci sono più i grandi personaggi, gli unici veramente carismatici oggi sono Hamilton e Alonso.
Fabrizio Borra. Alle sue spalle Boris Casadio
Ovviamente le domande dei presenti non potevano prescindere dal “convitato di pietra” Fernando Alonso, grande e stimato amico sia di Minardi che di Borra. E le risposte sono state interessanti e ricche di particolari poco noti od addirittura inediti. Ambedue sono convinti che nel 2007 avrebbe potuto vincere il Mondiale (che andò a Raikkonen all’ultima gara) se la scuderia McLaren non avesse favorito il giovane pilota di casa, l’inglese Hamilton. Dopo quella stagione Alonso lasciò la McLaren e scelse la Ferrari, pur avendo l’opportunità di un contratto con Red Bull (dove invece andò Vettel, con i risultati che tutti conosciamo). Ci hanno poi ricordato il modo in cui Fernando perse nel 2010 e nel 2012 – non per colpa sua, ma per errori di strategia della scuderia – due campionati mondiali che avrebbe dovuto e potuto vincere. Così, dopo tanti secondi posti, quest’anno ha lasciato la Ferrari, dove non vedeva più un progetto che lo convincesse. Ha scelto la McLaren per essere più sereno, così ci ha detto Borra, che è assolutamente convinto che Honda sia un’azienda con enormi mezzi, ma non potendo fare i test (vietati da un regolamento discutibile), non riesce a recuperare il divario con la Mercedes. Per questo, oggi, nella parte conclusiva del campionato, Alonso e la McLaren non inseguono risultati, ma stanno provando nuove soluzioni per l’anno prossimo. Borra ha poi smentito le presunte tensioni tra Alonso e McLaren, ingigantite dai media anche a causa di alcune frasi di Alonso durante i GP del Giappone e della Russia. Il clima in McLaren è sereno, lo prova il fatto che proprio in Giappone la scuderia ha organizzato una grande festa per Alonso che ha raggiunto il traguardo dei 250 GP disputati.
A cura di G. Sbaraglia
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