Mercoledì 27 aprile 2022 – 684a Manifestazione.
Il Premio Giornalistico “Salvatore Gioiello” è uno degli appuntamento più importanti per il nostro club: è stato creato nel 2010 con lo scopo di ricordare un nostro caro socio giornalista e scrittore e di premiare chi si è particolarmente distinto a livello di comunicazione e di promozione dello sport.
Dopo la pausa forzata nel 2021, anno nel quale il premio Gioiello non è stato assegnato, la serata conviviale di aprile del nostro Club si è tenuta nei suggestivi locali gestiti dall’Associazione Aurora ed è stata dedicata alla consegna dell’12° Premio “Salvatore Gioiello” al giornalista
BEPPE CONTI
Nato a Torino nel 1951, inizia, a ventidue anni, la sua carriera giornalistica alla Gazzetta dello Sport, per poi diventare la firma principale del ciclismo per Tuttosport e Bicisport.
Esperto di storia del ciclismo, da anni si impegna a riproporre le imprese gloriose dei maestri di questo sport, grazie a documenti video e a testimonianze dei protagonisti. Autore di numerosi libri sull’argomento, con una predilezione per la storica rivalità Moser-Saronni, è spesso opinionista nelle trasmissioni televisive al Giro d’Italia e al Tour de France.
Più volte ospite del Processo alla tappa, dai primi anni duemiladieci è opinionista fisso al Giro sulle reti Rai, assieme a Silvio Martinello. All’interno del programma Radiocorsa su Rai Sport 2 firma i due servizi “Indiscreto”, in cui descrive gli ultimi movimenti di ciclomercato, e “Amarcord” (storie del ciclismo del passato).
Nel 2020, in occasione del cinquantasettesimo Bancarella Sport, viene insignito del prestigioso Premio Bruno Raschi. Nel 2021 vince il Premio Selezione Bancarella Sport con Dolomiti da leggenda.
Beppe Conti con Maurizio Gioiello
L’importante riconoscimento, ha detto in apertura il presidente del Club, Marilena Rosetti, è stato concertato all’unanimità da una apposita commissione giudicatrice, poiché Conti rappresenta il profilo di giornalista ideale per ricordare al meglio la figura di Salvatore Gioiello.
La serata si è dipanata in modo piacevolissimo grazie alle capacità affabulatorie del giornalista torinese, ormai considerato da tutti il più attendibile conoscitore della storia del ciclismo. Sollecitati anche dalle domande dei presenti, gli aneddoti si sono succeduti a ritmo scoppiettante, a partire dalla rivalità tra Moser e Saronni ( e qui Conti si è sbilanciato sostenendo che, tra i due grandi, Moser sia stato probabilmente superiore), per arrivare alla famosa foto in cui Bartali e Coppi si passano una borraccia, in realtà costruita ad arte, a suo dire, da un fotografo che intendeva con essa mostrare la ritrovata sintonia e unità di intenti tra i due campionissimi.
Ma Conti ha stupito una platea attenta e competente dimostrando che le sue conoscenze spaziano anche in altre discipline sportive, dal calcio (ha scritto un libro sul Torino scudettato del 1976) allo sci. A quest’ultimo ha dedicato vari anni di carriera giornalistica come inviato di Tuttosport per seguire le vicende di Alberto Tomba, del quale ha ricordato le straordinarie doti fisiche ma anche la proverbiale riluttanza a svegliarsi di primo mattino: gli altri sciatori di allenavano dalle 6 alle 9 per avere una neve compatta, lui invece preferiva farlo a partire dalle 9 ma rimaneva in pista molto più a lungo di tutti, anche fino alle 15, dimostrando tenacia di ferro.
Immancabile, poi, un riferimento a Marco Pantani: Conti è convinto di aver finalmente trovato (lo racconta in un suo libro pubblicato lo scorso anno) la verità su quanto accaduto nel 1999 a Madonna di Campiglio. Un biologo francese, infatti, avrebbe dimostrato che i valori del sangue del fenomeno di Cesenatico vennero alterati da una mancata taratura del macchinario utilizzato per le analisi; sarebbe bastato incrociare i dati dell’ematocrito con quelli dell’emoglobina e Marco non sarebbe stato fermato.
Dotato di sagace autoironia, Conti ha scherzato col pubblico ricordando che di lui si dice che scriva più libri di quanti ne legga e subito dopo aggiungendo che non si ritiene uno scrittore ma sono gli editori a proporgli di realizzare nuovi volumi, non viceversa, e lui non sa dire di no per cui, da ultimo, ha fornito un’anticipazione dei suoi prossimi progetti letterari: anzitutto una gustosa storia riguardante i migliori ciclisti romagnoli, con in testa Ercole Baldini e Arnaldo Pambianco, poi un libro su Saronni per celebrare il quarantesimo anniversario della sua conquista del titolo mondiale a Goodwood, infine una vicenda in apparenza romanzesca ma in realtà reale sulla vita di un altro straordinario interprete del ciclismo, Jacques Anquetil.
A cura di M. Gioiello
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