Giovedì 18 gennaio 2018 – 649a Manifestazione.
Il Premio Giornalistico “Salvatore Gioiello” è un appuntamento, che assume sempre più importanza all’interno del nostro club: è stato creato con lo scopo di ricordare un nostro caro socio giornalista e scrittore e di premiare chi si è particolarmente distinto a livello di comunicazione e di promozione dello sport.
Quest’anno ci siamo ritrovati al Circolo della Scranna per consegnare il 9° Premio “Salvatore Gioiello” al giornalista
ALBERTO CERRUTI
Alberto Cerruti
Classe 1952, Alberto Cerruti scrive per “La Gazzetta dello Sport” dal 1974. Come inviato e prima firma del calcio ha seguito per 31 anni la Nazionale, assistendo a 305 partite degli azzurri, durante otto mondiali e sette europei, unico giornalista della “rosea” ad avere visto dalla tribuna stampa due successi mondiali, nel 1982 e 2006. Oggi è anche commentatore di Radiouno e della tv della Svizzera italiana.
Ha condotto il giornalista, nonché nostro socio, STEFANO BENZONI, che qui ci riporta le impressioni della serata.
Stefano Benzoni
Ci sono giornalisti – stiamo riferendoci a coloro che lavorano nel mondo della carta stampata – che scrivono bene ma hanno un eloquio incerto e frammentato; ad altri ancora, invece capita il contrario: scrivono in modo banale e piatto, ma di fronte ad un microfono si trasformano e sanno dare il meglio. Poi c’è la terza categoria alla quale appartengono colo che non vedi l’ora di leggere e che al contempo ascolti con piacere ed interesse quando si trovano in occasioni pubbliche e non. Alberto Cerruti, per quasi 30 anni prima firma del calcio nella Gazzetta dello Sport appartiene a questa terza categoria. Parla come scrive, o forse è più corretto dire che scrive così come parla. I suoi pezzi sul giornale rosa sono sempre stati caratterizzati da chiarezza, precisione, competenza, opinioni nette e al di fuor di metafora, giudizi equilibrati, sempre fondati e sensati. Lo stesso stile e le medesime caratteristiche che Cerruti ha mostrato durante la serata nella quale il Panathlon Club Forlì gli ha consegnato uno dei suoi riconoscimenti più prestigiosi, il premio giornalistico dedicato alla memoria di Salvatore Gioiello.
Stefano Benzoni ed Alberto Cerruti
Cerruti, dal 1974 in Gazzetta ed unico giornalista nella storia della rosea ad aver assistito come firma del giornale a due trionfi mondiali della nostra nazionale di calcio – Spagna 1982 e Germania 2006 – ha intrattenuto gli ospiti rispondendo anche alle loro domande e curiosità mostrando una volta di più quelle caratteristiche che lo hanno fatto apprezzare come esperto e massimo competente in materia calcistica dai lettori della Gazzetta ma anche da giocatori, allenatori, dirigenti italiani e non. I suoi giudizi e le sue opinioni, mai scontate, ti aiutano ad avere un punto di vista più acuto e più informato sui fatti del mondo del pallone. Quando scrive, ed anche quando parla, Cerruti non ha mai fatto sconti a nessuno, in positivo, così come in negativo. Una persona ed un giornalista obiettivo ed al di sopra delle parti, qualità piuttosto rara a livello sportivo e non solo.
Cerruti al Panathlon ha spaziato su tanti argomenti del mondo del pallone. Ha confermato quanto scritto – ed ahinoi confermato dai fatti – un paio d’anni fa e cioè che “Ventura non era l’allenatore adatto per la nazionale. Fosse stato per me avrei scelto DeBiasi, mentre oggi credo che la panchina dell’Italia la meriti un allenatore bravo, serio, esperto e preparato come Claudio Ranieri, anche perché la nazionale deve essere un traguardo finale nella carriera di un tecnico e non un momento di passaggio o di inizio in una carriera”. Dopo aver detto chiaramente che “la crisi del nostro calcio è la crisi dei nostri dirigenti”, Cerruti ha analizzato le squadre di punta del nostro calcio, partendo dal Napoli (“Sta cercando di sposare bellezza e concretezza, Sarri è molto bravo, ma finora è uscito sia dalla Champions, sia dalla Coppa Italia e punta allo scudetto”), passando dalla Juventus (“Un modello che gli altri non vogliono imitare. Nel 2007 era una società ed una squadra sventrata, ma la passione e la competenza di Andrea Agnelli, di Beppe Marotta e degli altri suoi dirigenti l’ha portata a dominare in Italia ed a giocare due finali di Champions in tre anni”), dall’Inter (“Sta scontando gli errori di gestione che l’hanno portata a strapagare Gabigol 40 milioni di euro e Joao Mario 25”), finendo con il Milan (“In estate ha fatto troppi cambi, magari si riprenderà, ma nel calcio 2+2 non fa quasi mai 4”).
Alberto Cerruti riceve il Premio Gioiello da Maurizio Gioiello e dalla presidente Rosetti
Ma Cerruti ha toccato tanti altri tempi, come la sua ricetta per far rifiorire il nostro calcio (“Un gentleman agreement fra i presidenti con libero tesseramento ma in campo sempre 5 giocatori italiani”), tanti ricordi struggenti ma sempre vivi di un indimenticabile uomo simbolo del nostro calcio come Enzo Bearzot ed i suoi ragazzi, la figura di Michel Platini, e poi la sua formazione fra i più grandi calciatori che abbia mai ammirato dal vivo. La formazione di un maestro come Alberto Cerruti di primo acchito è stata: Zoff – “anche se Buffon è del suo livello” – in difesa Tassotti, Maldini, Baresi e Costacurta, a centrocampo Bruno Conti, Zico, Crujiff e Rivera, in attacco Maradona e Ronaldo, “quello vero, il Fenomeno. Allenatore? Manco a dirlo Enzo Bearzot”.
Poi però, al mattino, quando un socio del Panathlon lo è andato a prendere in hotel per portarlo in stazione da dove avrebbe preso il treno per Milano, non appena salito in auto, dopo i ringraziamenti per la riuscita della bella serata, il suo primo pensiero è stato: “Ho ripensato alla formazione… in difesa non si può dimenticare Cannavaro, e poi a centro campo, come fai a non mettere Tardelli? E in attacco un posto per Riva bisogna trovarlo!”
Unico ed inimitabile Alberto Cerruti, maestro di calcio e di giornalismo.
A cura di S. Benzoni
Il nuovo socio Maurizio Gioiello
Nel corso della serata conviviale abbiamo avuto un altro dei momenti importanti per la vita del nostro Club: l’entrata di un nuovo socio. E – non casualmente – nella serata dedicata al Premio Gioiello il socio che ha scelto di far parte del nostro sodalizio è il Prof. Maurizio Gioiello, figlio proprio di Salvatore.
Classe 1959, laureato in Filosofia, è docente di Italiano e Storia presso l’ITT “G. Marconi” di Forlì. È giornalista pubblicista, iscritto all’albo dal 1982; ha collaborato con “Il Resto del Carlino”, il “Tirreno”, il “Gazzettino” e il “Corriere dello Sport-Stadio”; per quest’ultimo ha svolto la funzione di corrispondente di ippica da Cesena e di basket da Forlì. È stato per oltre 20 anni redattore di “Cesena Trotto” ed ha anche collaborato con la rivista edita dall’Unione Proprietari Trotto dell’Emilia Romagna.
Lo scorso anno ha pubblicato “Ultima Spes”, il suo primo romanzo (Il Ponte Vecchio, Cesena, maggio 2017) ambientato nel mondo del trotto; per il prossimo marzo è invece prevista l’uscita di un secondo libro, questa volta riguardante la storia romanzata della sua famiglia, contestualizzata tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni 2000.
Benvenuto Maurizio!
A cura di G. Sbaraglia
Dai media locali:
Il Resto del Carlino: “Il Premio Gioiello stasera a Cerruti” (18/01/2018).
Forlì Today: “Il Panathlon Forlì consegna il premio giornalistico “Salvatore Gioiello” ad Alberto Cerruti” (15/01/2018).
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