Giovedì 18 giugno 2015 – 619a Manifestazione.
La serata conviviale di Giugno si è tenuta al Grand Hotel di Cesenatico e si è parlato di Calcio con un ospite che molto ha fatto per il calcio italiano e non solo, un uomo che ha cambiato le dinamiche e la visione del calcio, trasformandolo da gioco individuale, specialistico e difensivo, in uno sport collettivo, globale ed offensivo:
ARRIGO SACCHI
Arrigo Sacchi è stato spesso visto come un eretico, un rivoluzionario del calcio italiano. In realtà ha avuto coraggio, inventiva, forza e tenacia per affermare il suo ideale calcistico, costringendo i giocatori ad usare prima il cervello e poi le gambe, mettendo da parte l’individualismo a favore della squadra e del gioco collettivo. In dieci anni passa dal Rimini al Parma, e poi al Milan, dove vince tutto: nei quattro anni sulla panchina del Milan uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali. Una carriera incredibile, guidata da un ardente e totalizzante amore per il calcio, inteso come etica e scuola di vita, ma anche come coinvolgimento totale. Sacchi ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio, diventando uno degli allenatori più apprezzati al mondo, e con il suo “calcio totale” ha fatto appassionare – e discutere – generazioni di italiani, e non solo.
In questa serata, il “Profeta di Fusignano” (così è stato soprannominato) ci ha parlato del suo libro-biografia, uscito da poco, scritto insieme a Guido Conti: “Calcio Totale“, dove ripercorre tutta la sua carriera e racconta con schiettezza tanti episodi, molti dei quali inediti. Sacchi ci ha parlato di come intende il calcio e come l’ha cambiato: “Parlavo di fare squadra in un paese di individualisti, dove fanno strada gli opportunisti. Io invece non ho mai valutato i giocatori per i piedi ma per la testa, perchè nel calcio l’intelligenza è la qualità più importante per un giocatore, il talento viene dopo“. Ha ricordato il suo difficile inizio al Milan nel 1987 (Berlusconi aveva scelto questo giovane allenatore, perchè l’aveva visto battere – a San Siro – il Milan con il suo Parma, in Coppa Italia): “I miei inizi sono sempre stati un disastro, non solo al Milan, ma anche al Bellaria e al Rimini. Dopo la sconfitta (e l’eliminazione) con l’Español nei sedicesimi di Coppa UEFA, avevo tutti contro, ero un eretico. Ma Berlusconi mi difese: questo allenatore l’ho scelto io, chi non lo vuole se ne può anche andare. In quei tempi – ci ha ricordato Sacchi – il Milan era avanti 20 anni rispetto alle altre società di calcio italiane”. Ed i fatti gli dettero ragione: quell’allenatore che non avrebbe dovuto arrivare a “mangiare il panettone”, portò il Milan a vincere un imprevedibile scudetto 1987-88, in rimonta sul Napoli di Maradona. Negli anni successivi, in un quadriennio irripetibile, arriveranno due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Per questi successi – e per il gioco espresso – nel 2007 la rivista inglese World Soccer ha eletto il Milan di Sacchi “la squadra di club più forte di tutti i tempi”, nonché la quarta migliore di sempre in assoluto, dietro a Brasile ’70, Ungheria ’54 e Olanda ’74.
Un altro episodio inedito che Sacchi ci ha raccontato: “Mi offrirono per tre volte di fare l’allenatore del Real Madrid, ma non accettai, perché quel Real aveva i migliori giocatori del mondo, ma erano tanti individualisti che non vincevano nulla, non era una squadra”.
Alla serata, che ha visto la presenza di oltre settanta partecipanti (molti dei quali hanno acquistato il libro di Sacchi, con dedica autografa dell’autore), abbiamo avuto come graditi ospiti anche: il Presidente del Forlì Calcio Stefano Fabbri, il Vice Sindaco ed Assessore Allo Sport di Cesenatico Pier Luigi Donini, il Presidente del Panathlon Club Faenza Mauro Benericetti ed il Comandante Provinciale del Corpo Forestale Gianpiero Andreatta.
Sacchi tra Massimo Amadio (sn) e Andrea Ruscelli (dx)
Nel corso del convivio abbiamo avuto anche un altro dei momenti importanti per la vita di un Club come il Panathlon: l’ingresso di due nuovi soci: Massimo Amadio, ingegnere, con un passato di velocista nella squadra di atletica leggera della Polisportiva Edera ed Andrea Ruscelli, consulente fiscale ed aziendale, giocatore di basket in gioventù e poi allenatore e responsabile del settore giovanile dell’Artusiana Basket Forlimpopoli.
Nella pagina Facebook del Panathlon Forlì potete trovare le biografie dei due nuovi soci.
Con il loro ingresso ora il Panathlon Club Forlì conta 78 soci.
A cura di G. Sbaraglia
Dalla stampa locale:
Il Resto del Carlino: “Panathlon, serata di gala con Sacchi” (01/07/2015)
Il Resto del Carlino: “Sacchi racconta il suo calcio totale” (16/06/2015)
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