Lunedì 3 marzo 2008 – 535a Manifestazione.
Il mese di marzo è il mese che profuma di mimosa e per il quarto anno il Club ha inteso dedicarlo alla “Donna nello Sport”. La serata, presso Hotel della Città, ha avuto come tema:
“Un salto nel successo, storie di donne che vincono”
ospiti tre grandi donne dello sport, con un comune denominatore, il salto: Sara Simeoni, Ida Drei Donà e Simona Ravaioli, che hanno raccontato le loro passioni, le loro esperienze e le loro ambizioni di sportive e di donne per emergere ed affermarsi in un mondo troppo spesso riservato ai “maschietti”.
Sara Simeoni, forse la più grande icona dello sport femminile in Italia (oggi raggiunta, ma non superata da Federica Pellegrini…). Campionessa olimpica alle Olimpiadi di Mosca nel 1980; medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1975 ad Algeri, agli Europei indoor a San Sebastian nel 1977, anno in cui vinse la medaglia d’oro anche alle Universiadi di Sofia; due volte primatista del Mondo con la misura di 2,01 nel 1978 e nello stesso anno Campionessa Europea a Praga.
Divenuta primatista italiana assoluta (era ancora nella categoria Juniores), ha adottato subito l’emergente stile Fosbury (invece del classico ventrale) e con tenacia e determinazione ha avuto una progressione di risultati che l’hanno portata a competere con le due grandi rivali della Germania Est: Ackerman e Meyfarth, due atlete indomite, taciturne, determinate. Moltissime le domande rivolte alla Simeoni, a cominciare da quella sulla sua incredibile padronanza di sé. “Avevo la tranquillità derivante dalla consapevolezza di avere fatto, in precedenza, tutto ciò che serviva per arrivare al risultato e poi non potevo deludere chi credeva in me e chi è stato sempre al mio fianco, per primo il mio insuperabile marito ed allenatore Erminio Azzaro. Erano anni in cui gli atleti più forti venivano dall’Est e c’era poca amicizia. Ci spingeva il piacere di fare qualcosa che ci facesse divertire. Se penso a come mi presentai alla mia prima Olimpiade nel 1972 a Monaco: ero grassa, mi allenavo un giorno la settimana, tuttavia riuscii a saltare 1,85 a tre centimetri dal podio. Da allora cominciai ad allenarmi con più metodo, con una preparazione fisica più specifica per una saltatrice, capii che occorrevano tanta costanza e tanta fatica. Ecco perché la scuola dovrebbe avere maggiore responsabilità nella formazione del giovane. Purtroppo mi accorgo, da insegnante (è attualmente docente di attività motorie all’Università di Chieti) che la situazione sta peggiorando. Anzitutto bisogna fare capire alle famiglie che l’attività fisica fa bene, anche solo da un punto di vita salutistico, ma è pur vero che la competizione, anche per il bambino, è il sale dell’attività sportiva” .
Sara Simeoni con Giuliana Amici
Alla domanda su cosa abbia provato quando ha conquistato il primato mondiale e cosa quando nel 2007 è stato battuto il suo record italiano (dalla Di Martino con m.2,02), ha risposto: “Quando stabilii il nuovo record, ricordo che era una giornata nella quale mi sentivo serena, sicura di fare un bel salto. Ero tranquilla, di una tranquillità quasi incosciente . In pedana il muro dei 2 metri non mi impressionava, saltai, superai l’asticella, provai una grande emozione. Il difficile fu poi tenere a bada i giornalisti. Per quanto riguarda il salto della Di Martino ho sempre saputo bene che, prima o poi, il mio primato sarebbe stato battuto. Saltare in alto vuol dire anche scendere! Superata l’asticella, si torna con i piedi per terra. In fondo questa specialità sportiva è una metafora della vita”.
Ida Drei Donà
Ida Drei Donà, forlivese, è campionessa italiana assoluta di dressage freestyle, una specialità che chiede ai cavalieri di esibirsi in una ripresa da loro stessi creata, al ritmo di musica. L’amazzone forlivese ha entusiasmato tutti i presenti con il racconto del suo impegno quotidiano – 24 ore su 24 – nell’allevamento di proprietà a Vecchiazzano. Ida è un’amazzone per vocazione, che vive in una vera simbiosi col proprio cavallo (il suo sauro tedesco di nome Wolkentanz) al punto da affermare che il vero atleta è il cavallo con il quale bisogna saper parlare, saper vivere le emozioni belle e brutte. Il fantino è semplicemente un direttore d’orchestra, l’artista è chi esegue il brano. Dal 2003 è costantemente a livello nazionale nella sua specialità ed è ancora potenzialmente una probabile olimpica.
Simona Ravaioli
Simona Ravaioli, campionessa italiana di salto con gli sci d’acqua, ha iniziato a gareggiare nel 1988 all’età di 12 anni e, già l’anno dopo, alla sua prima esperienza agonistica, ha conquistato medaglie (oro, argento e 2 di bronzo) nella finale dei Giochi della Gioventù a Roma. In seguito si è posta in luce in Italia e all’estero entrando a fare parte della squadra azzurra; l’anno 2000 è il migliore della sua giovane carriera avendo superato più volte quei 50 metri (m. 51,80) che costituiscono il limite di eccellenza. Nel momento più bello è stata vittima di un gravissimo infortunio che sembrò precluderle per sempre l’attività agonistica. Sono mesi tristi, ma Simona con grinta, sacrifici e coraggio, riprende a gareggiare e, nell’anno 2007, oltre a conquistare il titolo italiano, giunge seconda in Francia nella Coppa del Mondo e terza nel Campionato Europeo.
Sara Simeoni premiata dal presidente della Polisportiva Edera Amerigo Fabbri
Con la proiezione del video sulle Olimpiadi di Mosca (la conquista dell’Oro Olimpico di Sara Simeoni) e l’omaggio di mimose alle signore presenti, si è conclusa una piacevole serata.
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